“Stiamo riscoprendo una parte d’umanità”

Lidia Maurer insegna inglese in tre scuole medie della regione di Locarno (Ticino). I suoi allievi frequentano la terza e la quarta media (ragazzi di 14-15 anni). È docente in una scuola privata e in due sedi cantonali. Dà le sue lezioni d’inglese in videoconferenza. La redazione del CeDiLE l’ha contattata il 16 aprile 2020 per sondare il terreno dell’ insegnamento in Ticino durante il Covid-19.

CeDiLE: Come fa per mantenere il contatto con i Suoi allievi?

LM: Gli allievi sono tutti capaci di utilizare mezzi di comunicazione come WhatsApp. Però mi sono resa conto che non tutti sono abituati a scrivere i loro compiti con Word, a fare delle correzioni con mezzi informatici. Anche le ricerche su internet sono molto difficili per loro. Allora ci sono studenti che fanno i compiti a mano. Fanno una foto e me la mandano con WhatsApp. Spiego che non posso fare le correzioni così, dunque mando una foto delle risposte indietro.

Nelle scuole cantonali, devo dire che è andato tutto alla velocità della luce ! Dal 13 marzo abbiamo avuto una formazione di una settimana per imparare ad usare le nostre piattaforme, cioè principalmente Microsoft Teams. Dal 20 marzo eravamo già operativi! Adesso, in una sede cantonale do 2 ore su 3 di videolezioni alla settimana. Nell’altra sede do un’oretta di videolezioni e poi i compiti. I ragazzi sono molto bravi e si impegnano tanto per seguire i corsi a distanza. Nella scuola privata eravamo molto più liberi all’inizio. Quella libertà ha creato una certa confusione, perché ogni insegnante utilizzava un modo informatico diverso per fare le lezioni a distanza. Gli studenti e i genitori hanno richiesto di armonizzare la situazione per evitare un sovraccarico di lavoro. Adesso [dopo un mese], la situazione si è più o meno stabilizzata dappertutto.

Gli studenti non hanno tutti le stesse possibilità in questa situazione. Ha trovato un modo di prendere in considerazione la diversità delle risorse che gli studenti hanno a disposizione ?

Hanno quasi tutti uno smartphone o un tablet per comunicare o giocare. Però non hanno tutti un computer a casa. Ogni tanto ce n’è solo uno per tutta la famiglia. Diventa impossibile fare i compiti se il papà o la mamma fa il telelavoro sull’unico computer di casa. Per fare i compiti o seguire le video lezioni, lo smartphone o il tablet non bastano. C’è proprio bisogno di un computer. Ma devo dire di nuovo che la reazione del cantone Ticino è stata molto veloce. Le scuole hanno messo a disposizione dei computer per le famiglie che non hanno sufficienti risorse a casa.

Inoltre non hanno tutti le “skills” per fare delle ricerche online. Ci sono allievi con grandi difficoltà. Certi sono quasi abbandonati e non fanno più niente, perché i genitori non sanno come aiutarli o non hanno il tempo per loro. Per me, questa situazione è terribile e mi dà molto più lavoro per mantenere un contatto o preparare le lezioni e i compiti.

Fa tutto via internet? Non manda per esempio dei compiti per posta? Come gestisce il lavoro a distanza?

Facciamo tutto col computer. Evitiamo anche tanti costi con questo modo di lavoro. Ma non mi piace tanto fare tutto a distanza. Non possiamo guardarci negli occhi, non abbiamo nessuna presenza fisica. Sono impaziente di ritrovare i mei studenti, anche per il loro casino. Mi mancano tanto, anche per loro battute. Un ricercatore italiano ha detto recentemente che non è grave perdere due mesi di scuola su una vita. Quello che perdiamo è l’aspetto umano, così fondamentale. A volte questi giovani di 14 anni hanno solo bisogno di una pacca sulla spalla ed essere incoraggiati! Quello non posso farlo a distanza.

Per l’insegnamento dell’inglese, dove ha trovato sostegno o ispirazione?

Ci sono una marea di risorse online! Ero già abituata a farlo da tanti anni e avevo già tanto materiale. Sono abbonata alle risorse di un editore di metodi d’inglese. Inoltre facevo già scambi di materiale con altri insegnanti ticinesi via Dropbox. E poi il cantone ha messo delle piattaforme a disposizione. Per questo il cantone Ticino è stato piuttosto in avanti.

Il cantone Ticino è avanti in tante cose nell’insegnamento delle lingue.

Non vale per l’inglese. Lo statuto dell’inglese nelle scuole del Ticino è veramente terribile. Solo 2-3 ore alla settimana, è pochissimo per una lingua internazionale! Inoltre l’inglese è diventato molto importante a livello professionale. Non capisco perché il cantone Ticino non mette a disposizione più ore per questa lingua. Mi sembra che siamo „indietro“.

Immagino che abbia dovuto ridurre i compiti e trovare un modo di mantenere l’attenzione degli studenti. Concretamente, come vanno le cose con i corsi di lingua straniera ? È differente dalle altre lezioni ? Se facciamo un paragone con la matematica, per esempio…

È molto importante ridurre i compiti. Secondo uno studio cantonale, prende il doppio di tempo per i nostri allievi, anche perché devono leggere tutto ed impegnarsi di più per cercare le risorse e capire quello che devono imparare. Poi penso che è un po’ più facile con i corsi di lingue che con la matematica. I miei colleghi insegnanti di matematica fanno molta più fatica in questa situazione. Almeno con le lingue, si può diversificare molto di più: posso usare delle risorse che erano già online, dei video, delle canzoni, dei filmini. Si può anche scherzare un po’. Penso che ci sia una diversità più grande.

Che consiglio darebbe ai suoi colleghi ?

L’unione fa la forza ! Continuamo a sostenerci a vicenda, a confrontarci ed avere scambi. Dobbiamo mantenere uno spirito positivo e andare avanti! Penso che stiamo riscroprendo une parte d’umanità in questa situazione. Come insegnanti di lingue, facciamo molto di più che trasmettere una materia scolastica. Manteniamo anche una vita sociale per questi ragazzi che sono a volte soli.

Ha una richiesta o un messagio per le autorità cantonali o federali ? O per l’alta scuola pedagogica ?

Dovrebbero considerare di più quello che gli insegnanti fanno per la società. Tutti pensano che facciamo solo vacanza, ma in questa situazione, stiamo aiutando tanti giovani che sono confinati. Condividiamo una parte di umanità con loro, facciamo tutto il possibile per stimolarli e non lasciarli a loro stessi. Tutto questo lavoro rimane invisibile e penso che dovrebbe essere considerato un po’ di più. Ai tempi l’insegnante aveva una certa autorità. Oggi non c’è abbastanza rispetto per il nostro lavoro.

 

Propos recueillis par téléphone par Philippe Humbert le 16.04.2020

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